pablo neruda

Capri, isola di nobili e marinai. Capri, isola di personaggi singolari come la marchesa Casati Stampa e medici appassionati di archeologia come Axel Munthe. Ovviamente non mancano gli scrittori e i poeti.

 

pablo nerudaCurzio Malaparte fu uno dei grandi nomi della letteratura che scelse Capri come buen retiro, ma forse la penna più famosa ad aver firmato opere sull’Isola Azzurra fu Pablo Neruda. Ovvero quello che Garcìa Marquez definiva “Il più grande poeta del XX secolo, in qualsiasi lingua”.

 

Pablo Neruda, grande poeta e un uomo del partito Comunista, si ritrovò a Capri non per volontà personale ma per una serie di eventi che colpirono la sua vita.

 

Dopo lo storico discorso nel senato cileno, un discorso che accusava il governo di soprusi nei confronti dei minatori nell’ottobre del 1946, Pablo Neruda fu costretto dal presidente Gabriel Gonzales Videla all’esilio. Fuggì dal Cile e si spostò da un luogo all’altro: dalle Americhe all’Europa, dall’India all’URSS.

 

Nel 1952 arrivò a Capri, e fu ospite in una delle ville di Edwin Cerio che scelse una delle sue dimore più belle: la Casa di Arturo a Via Tragara. La vista è di quelle che non si dimenticano facilmente: questa dimora, infatti, si affaccia sulla baia di Marina Piccola.

 

In questo rifugio Neruda trovò l’ispirazione. Il poeta cileno scriveva versi dedicati alla sua donna e all’isola, in un continuo rimando tra bellezze: ogni scritto veniva mostrato alla sua Matilde e ricopiato dalla brutta copia alla bella. Così videro la luce I Versi del Capitano.

 

La sua donna aspettava un bambino. Decise di sposarla, fece forgiare un anello da un artigiano dell’isola (con sopra scritto Capri, 3 maggio 1952, Il tuo Capitano) e decorò la casa con enormi scritte: “Matilde, te quiero”.

 

Purtroppo non ebbero la fortuna sperata: Matilde perse il bambino e iniziò un periodo di depressione. Così Pablo Neruda decise di dedicare una raccolta di poesie solo a lei: L’uva e il vento (fonte).

 

“Capri, reina de roca, en tu vestido de color amaranto y azucena viví desarrollando la dicha y el dolor, la viña llena de radiantes racimos que conquisté en la tierra” – Pablo Neruda

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