Capri isola del lusso, isola del bel vivere e delle lunghe giornate al mare o un barca. Capri isola delle passeggiate e dei belvedere romantici, ma anche isola delle tradizioni che non vengono dimenticate.
Prima dell’arrivo dei turisti e dei gruppi, prima della scoperta da parte dei regnanti e dei nobiluomini di tutta Europa, Capri era un’isola basata su poche attività legate alla natura.
Gli uomini e le donne di Capri vivevano prevalentemente di pesca e di agricoltura. Raccoglievano le verdure tipiche del Mediterraneo e vendevano il pesce dove oggi ci sono i tavolini del bar. E una delle grandi coltivazioni dell’isola si trovava proprio negli alberi di ulivo.
Capri è sempre stata un’isola legata alla produzione dell’olio d’oliva. Certo, la tradizione vitivinicola ha preso il sopravvento con il tempo: anche oggi è facile trovare contadini che si ingegnano per produrre il proprio vino. Ma non vale lo stesso per l’olio.
I motivi? Difficile trovare gli spazi adatti per coltivate gli alberi di ulivo. La vigna si adatta facilmente al territorio e può essere coltivata anche in piccoli appezzamenti.
L’olio invece ha bisogno di spazi. Ha bisogno di spazi e di cure continue insieme ai territori limitrofi: lavorare con coltivazioni biologiche vuol dire che tutte le piantagioni seguono questa linea. Anche quelle che confinano con il singolo pezzo di terra.
Poi ci sono le tradizioni che vengono meno. In passato Capri contava più di dieci frantoi e c’erano persone che tramandavano la conoscenza, che passavano il sapere di generazione in generazione.
le cose sono cambiate. Ci siamo specializzati nell’arte dell’accoglienza e i frantoi hanno iniziato a chiudere. Un po’ per mancanza di manodopera, un po’ perché le regole necessarie per mantenere un frantoio diventano sempre più rigide.
Le cose cambiano. A Capri è rimasto solo un frantoio che non apre tutti gli anni. Ma c’è ancora chi produce, c’è ancora chi ogni anno raccoglie le olive della sua terra e la porta in costiera per produrre olio. Olio dell’isola di Capri. Questo video è dedicato a Mario che cura ancora oggi le sue olive e a tutti quelli come lui che amano l’isola.